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silviSilvi è un comune italiano di 15.622 abitanti della provincia di Teramo in Abruzzo. Anticamente Silvi veniva chiamata Matrinum o Silva (età Romana)e Castel Belfiore o Castrum Silvi (nel medioevo), Silvi fino al 1800 apparteneva al comune di Atri, come i comuni limitrofi, Roseto e Pineto. Il suo territorio è però inserito nell'area metropolitana di Pescara, città dalla quale dista solo pochi chilometri. Situata ai piedi delle suggestive colline di Città Sant'Angelo e Atri, Silvi è una stazione balneare,con un arenile lungo 6 km dalla torre di Cerrano al Fiume Piomba. Attrezzata con alberghi, campeggi e stabilimenti balneari, inoltre dispone di una stazione ferroviaria. I caselli della A14 più vicini sono quelli di Atri-Pineto e di Pescara Nord-Città Sant'Angelo. Il centro storico si trova sulla parte collinare, a 4 km da Silvi Marina, ad una altitudine di 242 m s.l.m. Silvi è attraversata da numerosi corsi d'acqua: fiume Piomba (45km), Torrente o Fosso del gallo (16km), Torrente Cerrano (10km), fosso Concio (5km), fosso Marinetti San Silvestro (4.5 km) e fosso Piroli (1 Km). Origini del nome Sul nome di Silvi due opinioni dividono gli storici, la prima vuole il nome derivare da Silvae, per l'abbondanza dei boschi e la seconda dal nome del Dio Silvano, antico nome delle foreste. Il Comune di Silvi Marina nasce nel 1931, dopo l'ottenuta indipendenza dalla città di Atri, ed è situato agli estremi lembi della provincia teramana ed al confine con quella pescarese. Notizie certe sulla cittadina la legano indissolubilmente alla vicina Atri che fu conquistata nel 290 a.C. dai Romani. È in questo periodo che Silvi Alta, venne unita, presidiata e fortificata, diventando il "Castrum Romanum". Precedentemente le sorti del centro furono condivise, nel VI e V secolo a.C., con la potente Hatria Picena, città preminente della confederazione. Il 1º aprile 1251, per ordine del papa Innocenzo IV s'istituisce la nuova diocesi di Atri il cui vescovo, comune a quello di Penne, ottiene i diritti ecclesiastici di Silvi. L'anno dopo, il 3 marzo 1252, anche la chiesa del SS. Salvatore di Silvi entra nella diocesi atriana. Il 5 ottobre 1273 ad Alife, quando Carlo I D'Angiò divide l'Abruzzo in due Giustizierati elenca nel "demanium Adriae", Silvi quale terra di pertinenza dell'abbazia di San Giovanni in Venere. Nel 1393, re Ladislao d'Angiò Durazzo vende per trentacinquemila ducati la città di Atri e di Teramo e tra queste anche Silvi al duca Antonio Acquaviva con tutti i loro diritti e pertinenze. Verso la fine del secolo XV, i territori si spopolano a causa delle guerre e delle epidemie. Sono i profughi albanesi, preoccupati dall'avanzare dei Turchi di Maometto II, a sbarcare, intorno al 1462, sulle coste del Regno di Napoli e a stabilirsi nelle contrade silvarole. Gli arrivi, negli anni seguenti, continuano, i profughi sono accolti benevolmente da re Ferdinando I, che assegna loro sedi in Puglia ed in Abruzzo Orientale, rispettando i loro costumi, la loro lingua ed i loro riti religiosi. Silvi conta agli inizi del XVI secolo non più di 400-500 abitanti. Nel 1553, un amministratore di Silvi, uno dei quattro signori del reggimento, Rosato Rosati, in maniera certamente autonoma, redige, in forza di qualche provvedimento regio, lo Statuto comunale di Silvi. Silvi nei primi del 900 era insieme a Giulianova e Pescara la marineria più importante d' abruzzo.